DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
“L’illogico è un passo necessario verso il logico.”
H. VAIHINGER
Tra le più gravi ed invalidanti forme di psicopatologia possiamo sicuramente riscontrare il disturbo ossessivo compulsivo (DOC o OCD). Tale disturbo risulta essere resistente alle terapie farmacologiche ed ai trattamenti attraverso le principali psicoterapie tradizionali a causa della sua struttura logica, non ordinaria e talvolta bizzarra. Per quanto riguarda i tradizionali approcci psicoterapeutici, infatti, nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo, si utilizzano per la sua cura ragionamenti logici razionali, basati sulla logica ordinaria che finisce però con lo scontrarsi con la logica non ordinaria del disturbo stesso. Presentare un disturbo ossessivo compulsivo significa esibire rituali comportamentali e/o di pensiero che costituiscono una trappola psicologica dalla quale è difficile liberarsi. Essi possono arrivare a rendere la vita impossibile a chi ne soffre ma anche a chi gli sta accanto. Ciorian EM affermava: “Taluni hanno sventure; altri ossessioni. Quali sono maggiormente da compiangere?”
I rituali che la persona può mettere in atto risultano inevitabili ed irrefrenabili e possono essere eseguiti per prevenire o propiziare la propria realtà, oppure riparare agli effetti negativi di una nostra azione o pensiero. Queste sono le tre principali classi di rituali compulsivi ma che siano di pensiero o comportamentali nutrono il disturbo stesso, rendendo la persona schiava del meccanismo attraverso cui cerca di controllare la propria realtà.
Secondo la classificazione proposta dal DSM-IV TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) dell’APA(American Psychiatric Association), il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Successivamente con l’uscita del DSM V, edito nel 2014, si assiste alla creazione di un nuovo capitolo denominato “Disturbo ossessivo – compulsivo e disturbi correlati”, che è stato distinto dai Disturbi d’Ansia. La novità risiede perciò nel fatto che viene individuato come entità nosologica autonoma insieme ad altri disturbi ad esso correlati. Studi epidemiologici hanno evidenziato un’incidenza nella popolazione di circa il 5%.
Con un intervento strategico, mediante una delle manovre costruite per agire sul disturbo, si chiederà proprio di eseguire ‘meglio’ il rituale, suggerendo ‘un metodo più efficace’ per soddisfare le proprie necessità e raggiungere il proprio scopo: controllare la paura.
Si segue quindi la logica sottostante alla sintomatologia ossessivo-compulsiva, per creare un contro-rituale che consenta di accedere alla percezione del paziente e guidarlo allo sblocco della sintomatologia. Il contro-rituale permette di rompere lo schema rigido fatto di percezione della paura-azione rassicurante- conferma della minaccia della credenza fobica. Pertanto il rituale (assieme alle altre due tentate soluzioni) viene visto come “unica chance” per soffocare la percezione fobica ma allo stesso tempo, proprio perché messo in atto per tale scopo, non farà altro che renderla più minacciosa.
La manovra sarà ovviamente calzata ed adattata al paziente ed al suo problema, non ricorrendo perciò a “ricette” di intervento uguali applicate a priori ma creando un intervento personalizzato, come un sarto cucirebbe un abito su misura per la persona.
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Riferimenti Bibliografici
Nardone G., Portelli C. Ossessioni compulsioni manie; Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Ponte alle Grazie Adriano Salani Ed 2013;
2www.dsm5.org American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders. Fourth editing. Text Revision.Washington, DC, 2000;
Trattato Italiano di Psichiatria. I edizione. Milano: Masson 1992;
Portelli C. Terapia Breve Strategica avanzata per il disturbi ossessivo compulsivi. Rivista Europea di Terapia Breve Strategica e Sistemica. N.1, 2004.
Nardone G. Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Editore: Ponte alle Grazie 1993.