DISTURBI ALIMENTARI

“Il vero mistero non è l’invisibile ma ciò che si vede.”
OSCAR WILDE

I disturbi del comportamento alimentare sono descritti come patologie caratterizzate da alterazioni delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione riguardo la propria immagine, in particolare al peso e alle forme del corpo. Disturbi di questo tipo si sviluppano principalmente durante l’adolescenza e colpiscono solitamente il sesso femminile.

Comportamenti tipici di una persona che soffre di disturbi dell’alimentazione possono essere:

  • Digiuno
  • Restrizione dell’alimentazione
  • Vomito autoindotto
  • Intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso
  • Frequenti e inappropriate condotte di compensazione

Alla base di tali disturbi ci sono una serie di fattori scatenanti che portano la persona ad illudersi di poter spostare sul cibo il controllo che si pensa di non avere sulla propria vita. Molto spesso, ci si sente eccessivamente preoccupati del giudizio altrui, condizionato il più delle volte dall’incapacità di stabilire rapporti sociali e personali significativi. Disturbi di questo genere possono manifestarsi anche in seguito a situazioni di forte stress o traumi, iniziando molto spesso con una dieta, così facendo, la persona percepisce il pieno controllo della sua vita, aumentando anche il suo senso di autostima.

Secondo il DSM-V, le tipologie di DCA sono:

  1.  Anoressia nervosa: per anoressia nervosa si intende il rifiuto del cibo con significativa perdita di peso e paura ossessiva di ingrassare; le persone che soffrono di questo tipo di disturbo hanno una paura ossessiva di prendere peso, guidate da una percezione distorta della propria immagine corporea. In questo modo, limitando in modo drastico la quantità di cibo che assumono seguendo sempre diete ferree, esercizi fisici impegnativi e, addirittura, digiuni. La persona anoressica ha un peso notevolmente al di sotto del livello minimo stabilito. Chi soffre di anoressia molto spesso convive con altri disturbi come ansia, depressione e abusi di sostanze. L’anoressia nervosa è, fra i disturbi alimentari, quello con più alta percentuale di mortalità. L’anoressia è un disturbo che si presenta in maniera graduale: la persona all’inizio non pensa di avere un problema, sentendosi meglio quando inizia a perdere peso. La situazione inizia a farsi più seria quando la perdita di peso è eccessiva e comporta un cambiamento significativo nel fisico della persona.

  2. Bulimia nervosa: questa è caratterizzata da abbuffate seguite da comportamenti di compensazione, come il vomito. Le abbuffate e le concomitanti azioni di compensazione sono eseguite di solito in segreto, quando non ci si trova insieme a persone. Ciò genera mancanza totale di controllo e sentimenti di colpa, tristezza e vergogna. Le persone bulimiche temono in maniera ossessiva l’aumento di peso, sviluppando conseguentemente forti depressioni collegate alle forme fisiche e al peso del loro corpo. La bulimia può addirittura portare a sviluppare problemi anche a livelli fisici e gastro-intestinali, come disidratazione, scompensi cardiaci e renali.

  3. Binge Eating: sono maggiormente episodi di abbuffate compulsive che portano ad un importante incremento del peso corporeo. Gli individui che soffrono di disturbi di questo genere non riescono a mantenere il controllo sul cibo, ma al contrario sfogano i loro stati di preoccupazione e di ansia sul cibo, evitando allo stesso tempo comportamenti compensativi. A lungo andare, tali individui possono diventare obesi e possono sviluppare patologie come le malattie cardiovascolari collegate al sovrappeso. Come per chi soffre di bulimia, gli episodi di abbuffate compulsive si svolgono in segreto, seguite da grandi sensi di colpa e disprezzo verso se stessi.

Inoltre, ritroviamo anche il disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo, disturbo della nutrizione e dell’alimentazione con altra specificazione, disturbo della nutrizione o dell’alimentazione non altrimenti specificato. Oltre a questi disturbi, è opportuno riportare una problematica sempre più diffusa che è la sindrome da vomito o Vomiting, la quale, originariamente associata ad anoressia o bulimia, in seguito si trasforma da tentata soluzione circa la perdita di peso a compulsione, che trova piacere nell’atto stesso di vomitare. Il vomitingovvero la sindrome da vomito autoindotto, nonostante utilizzato, inizialmente come modalità di rimedio alla sostanziosa assunzione di cibo, necessita di un trattamento ad hoc soprattutto quando diventa problematica indipendente dalla motivazione primaria. La persona con sindrome da vomito, infatti, prova piacere nell’atto stesso di vomitare e questo piacere porta ad una manovra strategica differente dalle altre problematiche precedentemente espresse.

I DCA, se non trattati con i tempi e con i modi adeguati, rischiano di diventare permanenti e compromettere seriamente la salute fisica, emotiva e psichica della persona. Al giorno d’oggi questi disturbi sono un vero e proprio problema di salute pubblica, poiché sia per anoressia che per bulimia c’è stato – oltre che un boom di casi – un progressivo abbassamento della soglia di insorgenza. Un modello terapeutico, efficace ed efficiente nella risoluzione di problematiche connesse ai disturbi alimentari è la Terapia Breve Strategica, che si pone come obiettivo principale di analizzare con il paziente quelle che sono le caratteristiche del disturbo e la sua insorgenza, individuare le tentate soluzioni messe in atto per risolvere il problema e sostituire questi comportamenti e soluzioni disfunzionali con comportamenti e soluzioni nuovi e più funzionali.

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Riferimenti Bibliografici

McCabe e Ricciarelli. Influenza dei media, autostima e insoddisfazione corporea in un gruppo di preadolescenti maschi e femmine.
Petruccelli, F., Verrastro, V. (2012). La relazione d’aiuto nella psicoterapia strategica. Franco Angeli.
Nardone, G., (2013). Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo. Biblioteca Univ. Rizzoli.